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La nota diffusa venerdi sera dall’Istituto Superiore della Sanità non lascia più spazio a margini di dubbio: la classificazione in “zona rossa” della Regione Lombardia è avvenuta sulla base di dati errati comunicati dalla stessa in data 13 gennaio 2021 relativi alla settimana 4-10 gennaio 2021, che sono stati rettificati il 20 gennaio 2021.

In particolare il valore medio del “Rt sintomi” stimato con il DB aggiornato il 13 gennaio 2021 è risultato pari a 1,4 mentre lo stesso valore medio stimato con il DB aggiornato il 20 gennaio 2021 risulta pari a 0,88. Questo porta l’ISS a concludere che “una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia”.
Non ho mai ritenuto una punizione la “zona rossa” bensì una misura di prudenza per la salute di tutti i cittadini. Peraltro, il Presidente Fontana e diversi esponenti leghisti, a partire dal loro “leader” nazionale, si sono strumentalmente “scagliati” per tutta la settimana contro il Governo, responsabile, a loro dire, di questa “ingiustizia” nei confronti della Lombardia.

Ora che di questa “ingiustizia” è emersa l’origine, il Presidente Fontana dovrebbe almeno delle scuse: ai cittadini lombardi, per averli costretti ad una settimana di “zona rossa” a causa di un errore della sua struttura, ai commercianti che hanno dovuto chiudere immotivatamente in questi giorni i propri esercizi, al Governo oggetto dei suoi “strali” e sin troppo facile bersaglio proprio nei giorni della crisi.
E forse le scuse non basteranno a chi ha avuto una sensibile riduzione del fatturato!

Inoltre questo “incidente” dovrebbe finalmente convincere la Giunta Regionale a rendere trasparenti i dati che vengono raccolti. Come ha ricordato nuovamente nei giorni scorsi il Presidente della Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid19, Gianni Girelli, i numeri dell’incidenza del virus, che devono essere elaborati e forniti dalla Regione, non sono accessibili. E questo è grave e disorientante!

Nel 1971 con un compagno di Partito ho visitato molti Paesi asiatici: Tailandia, Birmania (ora Myanmar) un paese questo allora pressoché sconosciuto ai turisti e poi India e via via Pakistan, Iran, Turchia e da qui, da Istanbul con il treno di nuovo a casa. Un bel viaggio di gioventù via terra, durato circa due mesi.

Ricordo che, prima di partire per questo avventuroso viaggio costruito di giorno in giorno, tappa su tappa senza un preciso programma, dovemmo obbligatoriamente fare un gruppo di vaccinazioni: anti colera, febbre gialla, tifo, anti epatite, malaria.
A vaccinazioni fatte ci venne rilasciato poi un libretto giallo con data ed elenco di quanto fatto.
Libretto separato che doveva far parte integrale del passaporto.
Ad ogni attraversamento di frontiera e in alcuni casi anche negli ostelli o rifugi per la notte ci veniva richiesto per controllo questo documento vaccinale.

Niente di scandaloso; da sempre, anche oggi, a chi viaggia per lavoro o per turismo in certi Paesi a rischio sanitario vengono richieste vaccinazioni specifiche.
Non capisco quindi l’opposizione che alcuni stanno portando avanti, ora che sta dilagando una pandemia, ad un “passaporto vaccinale” inerente anche il Covid-19.

Il passaporto vaccinale di cui si sta discutendo, a mio avviso, non può rientrare, come qualcuno vuol far credere, in una imposizione di regime illiberale e dittatoriale, in quanto è una sana disposizione democratica che puo’ limitare i contagi di questo pericolosissimo virus.
Lo stop alla dilagante circolazione del Covid 19 per ora lo si può fare solo con il vaccino e quindi ci si vaccini appena possibile e la vaccinazione fatta la si certifichi con documentazione adeguata.

Acquistato con le donazioni del 5×1000 del 2018 e del 2019, presso una concessionaria di Asti, è arrivato a Introbio un nuovo van Peugeot Rifter Allure passo corto diesel 1.5 e sarà utilizzato per servizi secondari e nel trasporto dializzati.

Il Centro Soccorso rinnova quindi il suo parco automezzi per garantire il miglior servizio possibile ai valsassinesi e ricorda a tutti che è sempre alla ricerca di nuovi volontari che vogliano contribuire con il loro tempo alla loro insostituibile e fondamentale associazione. 

Venerdì, 15 Gennaio 2021 06:14

LE VACCINAZIONI IN PROVINCIA DI LECCO

Sui vaccini è importante fare presto e bene. Serve massima capillarità e trasparenza una campagna vaccinale che veda il coinvolgimento consapevole delle cittadine e dei cittadini, attraverso un'informazione adeguata e diffusa che renda omogeneo su tutto il territorio nazionale il diritto alla corretta informazione e alla tutela della salute.

La Cgil, così come ha fatto in tutte le fasi dell’emergenza sanitaria sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, si è impegnata ai vari livelli a svolgere una campagna capillare di sensibilizzazione affinché tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori siano adeguatamente informati e consapevoli della necessità di vaccinarsi per la salute propria e di tutta la collettività.

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